Vigna Brunetta prende il nome dalla Strada della Brunetta che la costeggia ad ovest e che collegava la città di Susa al leggendario omonimo Forte.
L’attuale ampio parco era parte integrante del forte settecentesco ed era destinato, insieme ai terreni circostanti, a pascolo (per la cosiddetta “carne in piedi”) e a coltivazioni per l’approvvigionamento della guarnigione.
Alla fine del Settecento i terreni, cessata l’utilizzazione militare a seguito della distruzione del forte, furono ceduti a privati e vennero adibiti principalmente alla coltivazione della vite per via della favorevole esposizione a mezzogiorno. Ne derivò un’ampia vigna in gran parte di proprietà degli antenati dell’attuale proprietaria; la vendemmia è attualmente sospesa a seguito del ridimensionamento della proprietà, ma con il suo nome Vigna Brunetta ricorda l’originaria destinazione dei terreni, senza escludere di poter ritornare alla produzione del suo buon vino.
L’area attualmente occupata da Vigna Brunetta conserva ancora traccia dei trinceramenti più esterni del forte, ma non è chiaro se la costruzione dell’edificio principale possa ricondursi a una struttura collegabile alle fortificazioni.
La piccola cascata, che ne caratterizza l’ingresso, è alimentata da acque provenienti dal Canal Maria Bona, convogliate in una sorta di riserva idrica. Essa era già presente all’epoca della costruzione del forte e sicuramente, insieme ai grandi lavatoi di pietra e alle fresche cantine riconducibili al ‘600, costituisce il fulcro intorno al quale si è venuto a formare nel tempo l’attuale assetto.